Guglielmo Marconi

by Martina Trevisan

Marconi, Guglielmo in "Enciclopedia dei ragazzi"

Marconi, Guglielmo

Anna Parisi

L’inventore della telegrafia senza fili

Considerato il padre della telegrafia senza fili, da cui poi si svilupparono la radio, la televisione e ogni altro sistema di comunicazione senza fili, nel 1909 Guglielmo Marconi condivise con il fisico tedesco Karl Ferdinand Braun il premio Nobel per la Fisica. Effettuò i suoi primi esperimenti per trasmettere onde elettromagnetiche senza fili di collegamento nel 1895 riuscendo a inviare un segnale a una distanza maggiore di due chilometri. Poi, per tutta la vita, continuò a lavorare per migliorare gli strumenti e per aumentare la distanza di comunicazione e la chiarezza del segnale trasmesso

Come nasce un’intuizione

Guglielmo Marconi nasce nel 1874 a Bologna, dove inizia i suoi studi, prima di trasferirsi all’Istituto tecnico nazionale di Livorno. I suoi risultati scolastici non sono dei migliori: è un ragazzo timido, non fa amicizia facilmente e passa molto tempo a costruire piccoli congegni. Le sue conoscenze tecniche non bastano tuttavia per fargli superare l’esame di ammissione all’Accademia navale. Interrompe quindi gli studi e dedica il suo tempo a esperimenti sull’elettricità. Dai giornali di elettrotecnica, Guglielmo viene a conoscenza degli esperimenti che lo scienziato Heinrich Hertz sta effettuando con le onde elettromagnetiche, la cui esistenza era stata ipotizzata da James Clerk Maxwell pochi anni prima. La teoria prevede che le onde elettromagnetiche possano viaggiare anche attraverso l’aria e addirittura nel vuoto, senza bisogno di fili elettrici.

Guglielmo inizia i suoi esperimenti durante l’estate del 1894 e da quel momento egli non abbandona più la convinzione che sia possibile utilizzare le onde elettromagnetiche per comunicare a distanza, senza dover trasmettere il segnale attraverso fili elettrici. Non sempre è facile realizzare in pratica quanto è stato previsto in teoria, ma per Marconi l’idea della trasmissione senza fili diventa quasi un’ossessione ed egli ci si dedica con fervore.

Le prime trasmissioni

Guglielmo torna a Villa Griffone, l’abitazione paterna, nei pressi di Bologna, e va a trovare il suo vicino di casa, il professore di fisica Augusto Righi, che gli offre la possibilità di consultare la sua biblioteca e utilizzare il suo laboratorio.

Per generare le onde elettromagnetiche, Guglielmo costruisce un circuito elettrico che viene azionato da un tasto manuale. In questo modo può trasmettere segnali più corti o più lunghi, a seconda di quanto tempo tiene premuto il tasto comunicando così tramite l’alfabeto Morse, quello utilizzato per il telegrafo.

Come ricevitore, Marconi utilizza uno strumento chiamato coesore,o coherer, costituito da un circuito elettrico interrotto da un tubo di vetro che contiene limatura di argento e nichel. Il circuito è aperto e quindi non è attraversato da corrente elettrica, ma quando viene investito da onde elettromagnetiche, la limatura istantaneamente si dispone in modo da chiudere il circuito dove passa così un flusso di cariche: in tale maniera Marconi può registrare la presenza delle onde.

Con le apparecchiature a sua disposizione Marconi riesce, nell’inverno del 1894, a trasmettere segnali per qualche decina di metri. Poi migliora il dispositivo inserendo, sia nel circuito emettitore sia in quello ricevente, la connessione a terra e un filo ‘aereo’, che oggi viene chiamato antenna.

Nel marzo del 1895, utilizzando questi miglioramenti tecnici, Marconi trasmette un segnale a una distanza di oltre due chilometri, superando anche una piccola collina. Era nata la radio! Era divenuto possibile comunicare a distanza, senza fili.

Il viaggio all’estero

Marconi ha bisogno di fondi per continuare le sue ricerche e la madre, di origini irlandesi, riesce a convincere i suoi parenti a ospitare il figlio a Londra e anche ad aiutarlo nella ricerca di fondi per migliorare il suo sistema di comunicazione.

L’Inghilterra è un paese tecnologicamente all’avanguardia e può essere molto interessato dalle ricerche di Marconi: la sua flotta è forse la più importante del mondo e in mare è possibile comunicare solo senza fili. Guglielmo parte per Londra nel febbraio del 1896 e già a marzo riesce a prendere contatti con l’ingegner Sir William Preece, studioso di telecomunicazioni e direttore generale del Post Office inglese (le Poste), la persona più adatta per ascoltare le richieste dello scienziato. Nel giugno dello stesso anno, Marconi trasmette senza fili un segnale dal tetto del Post Office a una banca distante circa un chilometro.

È ora di brevettare l’invenzione: Guglielmo riesce, di mese in mese, ad aumentare le distanze di comunicazione e nel luglio del 1897 fonda a Londra una società per lo sviluppo e la commercializzazione dei sistemi di comunicazione senza fili. Nel 1900 l’azienda prenderà il nome di Marconi’s wireless telegraph company («Società di telegrafia senza fili»).

Invenzione bella e utile

Anche in Italia, finalmente, ci si rende conto del valore del lavoro di Marconi: egli è invitato a ripetere i suoi esperimenti: la telegrafia senza fili è usata per comunicare dalla nave militare San Martino al porto della città di La Spezia, a circa 18 km di distanza.

In Inghilterra viene installata la prima stazione fissa di comunicazione, tra la costa inglese e l’isola di Wight. Nel giugno del 1898, i primi due radiotelegrammi della storia vengono spediti, e sembra anche pagati, da Lord Kelvin, uno dei più noti scienziati dell’epoca.

Il servizio di radiotelegrafia senza fili viene usato sulle imbarcazioni per inviare alle redazioni dei giornali, in terraferma, le notizie sullo svolgimento delle regate di Coppa America, evidentemente già molto seguite all’epoca. I risultati possono essere pubblicati prima che le navi tornino in porto. Ma l’aspetto più importante dell’invenzione della radio, da subito e ancora oggi, è la possibilità di comunicare nel momento del pericolo. Sin dal 1898 la radio a bordo di una nave serve per chiedere soccorso e i circa 700 superstiti del naufragio del Titanic (1912) vengono salvati solo perché il marconista (cioè l’addetto alle comunicazioni radio, il cui nome deriva proprio da Marconi) riesce a trasmettere la richiesta di soccorso (il cosiddetto sos).

Radio, televisione e Nobel

Con l’andare degli anni le trasmissioni a distanza migliorano di continuo grazie alla realizzazione di apparecchiature sempre più potenti e specializzate. La Marconi’s wireless telegraph company è naturalmente all’avanguardia in questo campo e installa la maggior parte delle stazioni radio del mondo.

Quando, nel 1909, Guglielmo Marconi condivide con Karl Ferdinand Braun il premio Nobel per la Fisica, diverse stazioni radio sono già installate in tutto il mondo, ma soprattutto il segnale è già stato trasmesso e ricevuto attraverso l’Atlantico, dimostrando come la curvatura terrestre non sia un problema per la ricezione delle onde elettromagnetiche. Il 12 dicembre del 1901, infatti, i tre punti che nell’alfabeto Morse rappresentano la lettera s sono trasmessi dalle coste americane a quelle inglesi: l’ostacolo oceanico è superato e l’invenzione di Marconi conoscerà da quel giorno ulteriori nuove applicazioni.

Nel 1914 iniziano le prime trasmissioni sperimentali per la diffusione di programmi radiofonici. Da Bruxelles, ogni sabato, sotto il patrocinio della Regina d’Inghilterra, si trasmette musica. Quattro anni dopo viene trasmesso dall’Inghilterra il primo concerto via radio e nel 1922, sempre in Inghilterra, nasce la prima radio con regolare permesso rilasciato dalle Poste inglesi. In quell’anno nasce anche la BBC (British broadcasting corporation); parte del suo capitale appartiene proprio alla Marconi. Non si trasmettono più solo suoni, ma anche immagini e sarà proprio la BBC che nel 1936 inizierà per prima nel mondo un servizio televisivo regolare.

In seguito alle sue scoperte Marconi, oltre al premio Nobel, ricevette numerosissimi riconoscimenti internazionali (negli Stati Uniti si proclamò il 2 ottobre The Marconi day) e prestigiosi incarichi a livello nazionale: è senatore nel 1914 e delegato italiano alla Conferenza della pace a Versailles nel 1919; diventa presidente delle due più importanti istituzioni scientifiche italiane (Consiglio nazionale delle ricerche a Roma e Reale Accademia d’Italia), nonché presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.

Nel discorso tenuto in occasione della consegna del premio Nobel, Marconi conclude affermando: «Un giorno sarà possibile mandare messaggi in ogni angolo della terra utilizzando una quantità così piccola di energia, che anche i costi saranno molto bassi».

Di certo, quando lo scienziato muore a Roma nel 1937, ormai la sua invenzione ha rivoluzionato il mondo, anche se Marconi non poteva immaginare che, nemmeno un secolo più tardi, un qualsiasi abitante delle Terra avrebbe potuto grazie alle onde elettromagnetiche, comunicare a suo piacimento tramite un telefono cellulare con l’altro capo del mondo.

Dal telegrafo senza fili all’invenzione della radio

Dal telegrafo senza fili all'invenzione della radio

La radio nel corso del Novecento assunse un ruolo di primo piano. Sia per la diffusione delle idee legate al Fascismo e al Nazismo sia per organizzare le resistenza dopo la caduta dei regimi totalitari. Hai già letto un comunicato del generale francese De Gaulle ai suoi concittadini subito dopo l'occupazione tedesca diffuso attraverso un'emittente clandestina, chiamata "radio Londra". Si trattava di una radio che trasmetteva nella lingua degli Alleati, prevalentemente l'inglese, e che forniva notizie veritiere sull'andamento della guerra. In Italia, come in Germania, le notizie sull'andamento della guerra, ma anche prima della guerra, le notizie riguardanti le opposizioni, erano filtrate e quindi falsate. La popolazione non aveva un'esatta percezione degli avvenimenti, senza contare il fatto che spesso alcuni di essi, come l'esistenza dei campi di concentramento, erano del tutto ignorati.

Gli italiani conoscevano la voce di Mussolini attraverso la radio che era presente nelle case di tutti, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e perfino nelle piazze più importanti delle grandi città. Attraverso la radio si ascoltavano le notizie che il regime voleva si conoscessero. Le prime trasmissioni furono emanate nel 1924 dalla URI (Unione Radio Italiana) divenuta nel 1928 EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche, l'odierna RAI). Esisteva una sola rete che trasmetteva svariati programmi e naturalmente la voce del duce che in diretta pronunciava tutti i suoi discorsi. Non diversa era la situazione in Germania, dove Hitler fece della radio un'arma di persuasione dal potere subdolo e sottile.

Ma a chi si deve l'invenzione della radio?

Per saperlo dobbiamo fare un piccolo passo indietro: l'invenzione della radio la si deve a un collaboratore di Guglielmo Marconi, un giovane studioso italiano originario di Bologna, il quale aveva messo a punto, nel 1895, a soli 21 anni, il primo telegrafo senza fili o radiotelegrafo.

Il fisico italiano trasmetteva messaggi sfruttando le onde elettromagnetiche o hertziane - dal nome dello scienziato tedesco, Heinrich Rudolf Hertz che dimostrò in laboratorio che queste onde si propagano alla velocità di 300.000 chilometri al secondo - che si propagano in linea retta ma che raggiungevano la superficie concava della Terra grazie alla ionosfera, uno strato dell'atmosfera che riflette le onde elettromagnetiche come uno specchio, impedendo che si disperdano nello spazio. Grazie alla ionosfera queste onde velocissime in un secondo possono fare sette volte il giro della Terra. Il brevetto del radiotelegrafo però fu inglese, dal momento che il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni italiano si dimostrò disinteressato. Presto l'importanza del telegrafo senza fili risultò chiara agli occhi di tutti: Marconi nel 1909 ottenne meritatamente il Premio Nobel per la fisica e la sua invenzione si rese protagonista di un importantissimo episodio di cronaca. Nel 1912 il più grande transatlantico del mondo, il Titanic, mentre compiva il suo primo viaggio, urtava contro un iceberg e in pochi minuti colava a picco. Soltanto l'SOS lanciato col radiotelegrafo consentì ad altre navi di venire in soccorso dei naufraghi, salvandone 700 su 1200.

Il Titanic era dotato di trasmettitore del tipo a scintilla con Rotogap ( scintillatore rotante ) con una potenza di 5 KW, per maggiore sicurezza la nave era equipaggiata con un secondo trasmettitore a scintilla con Rotogap della potenza di 0,5 KW. I ricevitori erano due uno in funzione ed uno di riserva erano del tipo rigenerativo e montavano uno speciale detector progettato da Guglielmo Marconi.

Il primo radiotelegrafista di bordo ( Jack Philips )

che si vede nell' immagine, durante le prime ore

di navigazione aveva avuto contatti radio con

Tenerife e Port Side distanti dalla nave

rispettivamente 2000 e 3000 miglia.

Un passo ulteriore fu l'invenzione della radio. La trasmissione della voce umana, a distanza e senza fili, fu resa possibile da uno speciale amplificatore dei segnali (detto valvola termoionica), inventato da un collaboratore di Marconi e perfezionata da un americano. In ogni caso Marconi rimase all'avanguardia anche in questo campo, e dalla sua società inglese di radiodiffusione, fondata subito dopo il suo trasferimento in Inghilterra, in seguito al disinteresse italiano per la sua eccezionale scoperta, fu trasmesso nel 1920 il primo concerto di musica classica. Dieci anni più tardi i possessori di radio del mondo erano già alcuni milioni, e la fabbricazione di questi apparecchi costituiva uno dei maggiori settori della produzione industriale. Se questi apparecchi, abbastanza cari, fossero stati acquistai soltanto dai più ricchi, la loro diffusione sarebbe stata limitata. I più numerosi acquirenti furono invece proprio i meno ricchi, che non potendo permettersi concerti o teatri, con la radio avevano in casa svago e divertimento

Guglielmo Marconi

Guglielmo Marconi (Bologna, 1874 – Roma, 1937) è forse il più grande inventore che l’Italia unita abbia avuto. Ma, contrariamente a quanto si crede, è anche un buon fisico. In ogni caso è un ottimo organizzatore e imprenditore.

Guglielmo Marconi nasce a Bologna da un ricco proprietario terriero, Giuseppe, e da un’irlandese, Anne Jameson, a sua volta figlia di un distillatore di whiskey. Riceve in casa la sua istruzione primaria. Ma anche in seguito frequenta le scuole piuttosto saltuariamente, prima a Firenze poi a Livorno.

Riceve, però, lezioni private e si appassiona alla fisica. La conoscenza, poi, di un anziano telegrafista, lo indirizza verso questo tipo di applicazioni. Lo studio è di tipo sperimentale. Ma Guglielmo frequenta sia la migliore letteratura scientifica internazionale (conosce l’inglese molto bene) sia scienziati del calibro di Augusto Righi, impegnato a confermare in via sperimentale la teoria elettromagnetica della luce di Maxwell. È così che matura l’idea di un “telegrafo senza fili”, ovvero di utilizzare le onde elettromagnetiche per inviare segnali a distanza.

Durante l’inverno 1894 mise a punto un apparato e nella primavera del 1895 organizzò un esperimento destinato a diventare famoso: la trasmissione mediante onde radio di un segnale a distanza. È l’esperimento del “colpo di fucile”, sparato dal fratello per avvisarlo di aver ricevuto il segnale inviato dalla soffitta di Villa Griffone di Pontecchio, residenza di campagna dei Marconi, oltre la Collina dei Cappuccini.

La trasmissione di segnali a distanza per via elettromagnetica funziona. Marconi ha messo a punto un dispositivo radio. Inutilmente cerca di ottenere l’appoggio delle autorità italiane per perfezionare l’invenzione. Così, incoraggiato dalla madre, si trasferisce in Inghilterra. Le Poste inglesi sono molte interessate. E Marconi mette a punto un esperimento per la trasmissione di segnali radio a 14 chilometri di distanza. E lo brevetta.

Il perfezionamento del dispositivo procede così a ritmi rapidissimi. E culmina il 12 dicembre 1901 nella prima trasmissione radio transatlantica, tra Poldhu, in Cornovaglia, e Signal Hill, a Terranova. Una trasmissione ritenuta impossibile da fisici e matematici. Per fortuna di Marconi gli strati ionizzati dell’alta atmosfera consentono la riflessione dei segnali elettromagnetici e, dunque, il superamento della curvatura terrestre.

La telegrafia senza fili può funzionare anche a grandissime distanze. Per molti anni ancora Marconi perfezionerà i suoi apparati radio e ne diventerà il primo imprenditore. Intanto nel 1909 riceve il premio Nobel per la Fisica.

La priorità dell’invenzione della radio è stata contestata. La Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1943 la attribuirà a Nikola Tesla. Ma la scoperta, nel resto del mondo, continuerà a essere attribuita a Marconi.

Tornato in Italia, nel 1929 Guglielmo Marconi viene nominato alla Presidenza del Consiglio nazionale delle Ricerche dopo la destituzione, a opera del regime fascista, del matematico Vito Volterra. La sua vicinanza, anche ideologica, al fascismo è inoppugnabile. E il regime la sfrutta a fini propagandistici.

Ma la sua bravura di inventore è altrettanto innegabile e inesausta. Ancora nel 1936 ha un ruolo da protagonista nelle prime trasmissioni televisive, a opera della BBC.

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