Servizi Digitali e Pubblica Amministrazione

by Martina Trevisan

Digital

Una parte delle connessioni avviene in fibra ottica dalla centrale all’armadio ripartilinea e da questo alle aziende su cavi in rame (FTTH, Fiber To The Cabinet), con velocità di trasmissione dei dati minore rispetto alla FTTH ma comunque intorno ai 110/200 Mbps.

Per assicurare la massima diffusione della banda ultralarga in fibra ottica, lo Stato italiano ha approvato e implementato un piano di copertura nelle aree a fallimento di mercato, chiamate aree bianche, in cui non c’era e non c’è previsione di investimento da parte delle società private di telecomunicazioni. L’obiettivo strategico è quello di ridurre - e annullare - il digital divide dell’Italia, ovvero la differenza tra chi può accedere alla rete in banda ultralarga e chi no.

Nell’indice DESI 2020 dell’Unione Europea, che misura il livello di digitalizzazione dell’economia e della società, l’Italia è al 25esimo posto su 28 Paesi. Un grave ritardo che è stato in parte colmato proprio nella Connettività alla rete internet: nel 2018 la diffusione della banda ultralarga in Italia era del 57%, nel 2019 è arrivata al 61%, portando l’Italia a risalire in questa classifica al 17esimo posto ma lasciandola ancora molto al di sotto della media europea, pari al 78%.

Attualmente in Italia sono 19 milioni e mezzo gli accessi alla linea fissa (dati Agcom settembre 2020). Il 39% avviene tramite rame; solo quattro anni prima la percentuale era dell’82.2%, segno appunto dei progressi compiuti dall’Italia. Il 7.4% delle connessioni avviene con FWA (Fixed Wireless Access, accesso con wifi), il 45,3% con FTTC (Fiber To The Cabinet, fibra fino all’armadio o fibra mista rame) e l’8.1% con FTTH (Fiber To The Home, fibra fino a casa).

Il Piano strategico della banda ultralarga – concepito con un aiuto di Stato e alimentato con fondi nazionali (FSC) e fondi comunitari (FESR e FEASR) – viene implementato da Infratel, una società del ministero dello Sviluppo Economico, attraverso tre bandi.

Open Fiber - società partecipata da Cassa Depositi e Prestiti (50%) ed Enel (50%) - si è aggiudicata tutt’e tre i bandi per la progettazione, la costruzione e la gestione della rete di accesso della banda ultralarga in fibra ottica.

La banda ultralarga in fibra ottica rimarrà per 20 anni di proprietà di Open Fiber, che affitterà la rete agli operatori privati. Sono questi ultimi che portano internet nelle case e nelle aziende ed è con loro che famiglie e imprese sottoscrivono l’abbonamento. La quota di mercato più alta in Italia della rete fissa è, secondo i dati Agcom, quella di Tim (45%), seguita da Vodafone (15.8%), WindTre (14%), Fastweb (1.8%). Negli accessi FTTH al primo posto c’è Fastweb con una quota del 32.1%; a seguire Vodafone (25.15), Tim (21.2%) e Tiscali (5.5%).

Pacchetto sui servizi digitali

Uno spazio digitale sicuro e aperto per i cittadini e le imprese dell'UE Il pacchetto sui servizi digitali è la risposta dell'UE alla necessità di regolamentare lo spazio digitale. L'obiettivo dei due atti legislativi che lo compongono è definire misure per proteggere gli utenti, sostenendo allo stesso tempo l'innovazione nell'economia digitale. La proposta relativa alla legge sui servizi digitali è volta a tutelare i diritti fondamentali dei cittadini dell'UE. La proposta relativa alla legge sui mercati digitali intende creare condizioni di parità per le imprese dell'UE regolamentando le grandi imprese tecnologiche. Normativa sui mercati digitali: accordo tra il Consiglio e il Parlamento europeo (comunicato stampa, 25 marzo 2022)

Legge sui servizi digitali: il Consiglio e il Parlamento europeo raggiungono un accordo per un ambiente online più sicuro (comunicato stampa, 23 aprile 2022)

Il termine "piattaforma online" è utilizzato per descrivere una serie di servizi disponibili su Internet, tra cui: mercati

motori di ricerca

media sociali

costruttori di siti web online

negozi di applicazioni software

sistemi di pagamento

Le piattaforme online costituiscono una parte importante del mercato e dell'economia digitali dell'UE. Gli Stati membri dell'UE riconoscono la necessità di rafforzare, modernizzare e chiarire le norme in materia di servizi digitali al fine di:

garantire la sicurezza degli utenti online

consentire alle imprese digitali innovative di svilupparsi

Il quadro giuridico dell'UE in materia di servizi digitali è rimasto invariato dall'adozione della direttiva sul commercio elettronico nel 2000 e un suo aggiornamento è pertanto urgentemente necessario. Nel frattempo, le tecnologie, i modelli di business e i servizi nel settore digitale sono cambiati a un ritmo senza precedenti.

Il pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali è stato presentato dalla Commissione europea nel dicembre 2020 e comprende:

la legge sui servizi digitali

la legge sui mercati digitali

Con questo pacchetto la Commissione ha proposto nuove e ambiziose norme per disciplinare meglio lo spazio digitale e i servizi digitali, comprese le piattaforme di social media. I suoi obiettivi sono:

garantire che gli utenti digitali abbiano accesso a prodotti sicuri e proteggere i diritti fondamentali degli utenti

e proteggere i degli utenti consentire una concorrenza libera e leale nei settori digitali per stimolare l'innovazione e la crescita

Chi trarrebbe beneficio dalle nuove norme sui servizi digitali?

Le nuove norme sui servizi digitali andrebbero a vantaggio di un'ampia gamma di utenti e piattaforme, tra cui:

cittadini

fornitori di servizi digitali

utenti commerciali di servizi digitali

la società in generale

La nostra vita online: più facile e sicura grazie all'UE

L'Unione europea si adopera attivamente per migliorare l'ambiente digitale a vantaggio di tutti i cittadini europei. La nostra vita digitale deve essere sicura, facile e rispettosa delle libertà fondamentali. Alla luce degli aggiornamenti sui due regolamenti chiave tesi a garantire agli utenti una vita online più sicura e facile, l'approfondimento qui di seguito fa scoprire in che modo l'UE rende la nostra vita online più facile e sicura. Visualizza il nostro approfondimento

Che cos'è la legge sui servizi digitali?

Infografica - Legge sui servizi digitali Infografica completa

La legge sui servizi digitali si concentra sulla creazione di un ambiente online più sicuro per gli utenti e le imprese digitali e sulla protezione dei diritti fondamentali nello spazio digitale e a tal fine definisce nuove norme in materia di:

contrasto dei contenuti illegali online, compresi beni, servizi e informazioni, nel pieno rispetto della Carta dei diritti fondamentali

lotta ai rischi sociali online

tracciabilità degli operatori commerciali nei mercati online

misure di trasparenza per le piattaforme online

vigilanza rafforzata

A tal fine verranno definiti una serie di responsabilità e un quadro chiaro in materia di trasparenza e responsabilità per i prestatori di servizi intermediari come:

mercati online

social network

piattaforme per la condivisione di contenuti

piattaforme ricettive e di viaggio online

Di conseguenza, tutti gli intermediari online che offrono i loro servizi nel mercato unico, siano essi stabiliti nell'UE o al di fuori di essa, dovranno conformarsi alle nuove norme.

Le imprese saranno soggette a obblighi proporzionati alla natura dei servizi da loro offerti nonché alla loro dimensione e al loro impatto. Ciò significa che le piattaforme online di dimensioni molto grandi e i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi dovranno rispettare requisiti più rigorosi.

I vantaggi della legge sui servizi digitali

La legge sui servizi digitali tutelerà i diritti e gli interessi legittimi di tutte le parti coinvolte, in primo luogo dei cittadini dell'UE.

Gli utenti online nell'UE avranno un maggiore controllo su ciò che vedono online, in quanto saranno in grado di comprendere o di essere informati in merito agli annunci visualizzati. Gli utenti potranno segnalare i contenuti illegali e la piattaforma sarà quindi tenuta a comunicare loro le decisioni prese.

La legge migliorerebbe la trasparenza delle norme per la moderazione dei contenuti online, offrendo nel contempo alle autorità e ai ricercatori un maggiore accesso ai dati per comprendere meglio lo spazio online, il suo impatto sociale e i possibili rischi.

Anche i minori saranno protetti meglio grazie alla legge sui servizi digitali. Alle piattaforme accessibili ai minori sarà vietato presentare pubblicità mirata basata sull'uso dei dati personali dei minori quali definiti dal diritto dell'UE.

Le norme stabilite dalla legge sui servizi digitali mirano in particolare a tutelare:

la libertà di espressione e d'informazione

la libertà d'impresa

il diritto alla non discriminazione

Meccanismo di crisi alla luce dell'aggressione russa in Ucraina

Nel contesto della guerra in Ucraina e dell'impatto sulla manipolazione delle informazioni online, è stato aggiunto al testo un nuovo articolo che introduce un meccanismo di risposta alle crisi.

Tale meccanismo consentirà di analizzare l'impatto delle attività delle piattaforme online di dimensioni molto grandi e dei motori di ricerca online di dimensioni molto grandi sulla crisi in questione e di decidere le misure per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.

Che cos'è la legge sui mercati digitali?

Infografica - Legge sui mercati digitali Infografica completa

L'obiettivo della legge sui mercati digitali è garantire condizioni di parità a tutte le imprese digitali, indipendentemente dalle loro dimensioni. Intende garantire un settore digitale competitivo ed equo:

vietando le pratiche sleali delle piattaforme online che detengono la quota maggiore del mercato

riconoscendo agli utenti commerciali la possibilità di offrire ai consumatori maggiori possibilità di scelta

fornendo ai consumatori servizi migliori e prezzi più equi

imponendo diritti e obblighi chiari alle piattaforme online di grandi dimensioni

promuovendo l'innovazione e un ambiente di piattaforma online più equo per le start-up tecnologiche

La legge sui mercati digitali definisce norme chiare per le grandi piattaforme. Intende garantire che nessuna piattaforma online di grandi dimensioni agisca da "gatekeeper", vale a dire come un attore privato che può stabilire le regole sui mercati digitali controllando almeno uno dei cosiddetti "servizi di piattaforma di base".

Tra i servizi di piattaforma di base figurano:

i servizi di intermediazione online (mercati, negozi di applicazioni software)

i motori di ricerca online

i servizi di social network

i servizi cloud

i servizi pubblicitari

Quali piattaforme sono considerate gatekeeper?

Affinché una piattaforma sia considerata gatekeeper è necessario, da un lato, che negli ultimi tre anni abbia raggiunto un fatturato annuo nell'Unione europea (UE) di almeno 7,5 miliardi di EUR o che la sua capitalizzazione di mercato sia pari ad almeno 75 miliardi di EUR, e dall'altro che annoveri almeno 45 milioni di utenti finali su base mensile e almeno 10 000 utenti commerciali stabiliti nell'UE.

Al tempo stesso, è necessario che la piattaforma controlli uno o più servizi di piattaforma di base ("core platform services") in almeno tre Stati membri.

Che cosa succede se un gatekeeper non rispetta le norme? Se un gatekeeper viola le norme stabilite dal regolamento, rischia un'ammenda fino al 10% del suo fatturato totale a livello mondiale. In caso di recidiva, potrà essere irrogata un'ammenda fino al 20% del fatturato mondiale. In caso di inosservanza sistematica della normativa sui mercati digitali da parte di un gatekeeper, la Commissione può avviare un'indagine di mercato e, se necessario, imporre rimedi di natura comportamentale o strutturale.

Le conseguenze per i gatekeeper

I gatekeeper non potranno:

promuovere eccessivamente i propri prodotti

offrire ai consumatori solo il proprio metodo di pagamento

riutilizzare i dati privati raccolti per un servizio ai fini di un altro servizio

stabilire condizioni inique per gli utenti commerciali

preinstallare determinate applicazioni software

imporre limitazioni agli utenti commerciali delle piattaforme

I gatekeeper dovranno:

garantire che terzi possano interagire con alcuni dei servizi del gatekeeper

offrire maggiori possibilità di scelta, come la scelta di un determinato software sul sistema operativo di un utente

rafforzare il diritto degli utenti di disdire l'abbonamento ai servizi di piattaforma di base

fornire informazioni sul numero di utenti che visitano le loro piattaforme per determinare se la piattaforma può essere identificata come gatekeeper

consentire agli utenti di accedere ai dati che generano nel quadro dell'utilizzo della piattaforma del gatekeeper

fornire alle imprese che fanno pubblicità sulla loro piattaforma le informazioni e gli strumenti necessari per consentire loro di procedere a una verifica indipendente della loro pubblicità

consentire agli utenti commerciali di promuovere la loro offerta e concludere contratti con clienti al di fuori della piattaforma del gatekeeper

La concorrenza leale dei servizi digitali è fondamentale per garantire che le imprese e i consumatori possano tutti beneficiare nello stesso modo delle opportunità digitali. Ciò consentirà anche di generare più innovazione e rafforzare la protezione dei consumatori.

Chi garantisce che i gatekeeper rispettino le norme?

Al fine di garantire un elevato livello di armonizzazione nel mercato interno, la Commissione europea è l'unica autorità preposta all'applicazione del regolamento.

Per fare in modo che i gatekeeper abbiano una chiara comprensione delle norme che devono rispettare, la Commissione europea può decidere di avviare un dialogo normativo.

Saranno istituiti un comitato consultivo e un gruppo ad alto livello per assistere e facilitare il lavoro della Commissione europea.

Servizi Digitali e Pubblica Amministrazione

Servizi Digitali

Le piattaforme abilitanti (SPID, ANPR, PagoPA), il nuovo modello di interoperabilità, il design dei servizi online della PA: sono solo alcune delle componenti del grande progetto Paese della cittadinanza digitale. Le PA sono chiamate a costruire servizi sempre miglior in termini di usabilità, accessibilità e multicanalità. In questa sezione troviamo le novità del settore e le esperienze di chi ha già intrapreso un percorso di innovazione nella sua interlocuzione digitale con il cittadino

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